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In occasione del
suo settantacinquesimo compleanno (avvenuto il 29 settembre
festività dei Santi Michele, Raffaele e Gabriele), Raffaele Vacca ha
fatto stampare per gli amici e per gli ospiti della XXIX edizione
del Premio Capri – S. Michele, da lui fondato, “L’isola di Capri
luogo del finito e dell’infinito”.
Il libretto
contiene il testo, rivisto ed ampliato, della trentacinquesima
edizione dell’Incontro d’agosto, svoltasi quest’anno.
Suddivisi in sei
capitoletti, ai quali è premessa una Introduzione e segue un Esodo
presenta l’isola di Capri come luogo dove l’infinito, ovvero
l’eterno illumina e dà valore al finito (ovvero al terreno).
Nell’Introduzione
viene notato come Capri sia vista spesso come luogo di mondanità. E
ricordato come la mondanità si presenta sotto un duplice aspetto.
Quello di un vivere brillante, gaudente, spensierato, talvolta
frivolo e superficiale. E quello di una visione di vita terrena,
materialista, utilitaria, che si disinteressa di ogni preoccupazione
di carattere religioso o trascendente. E che, di conseguenza, tende
ad annullare o rigettare il silenzio e la contemplazione, che sono
mezzi indispensabili per comprendere ciò che non è visibile.
Nel primo
capitoletto il pensiero è rivolto a coloro che lessero i primi
scritti dell’autore, e che ora non ci sono più. A loro è dedicata
una poesia, lievemente rivista, tratta “Nova et vetera”
pubblicata nel 1973. E ricorda come sia compito di ogni uomo
domandare da dove viene, dove va, ricordando che, come disse il
poeta greco Mimnermo, ogni vita è come quella delle foglie.
I capitoletti
seguenti partono da avvenimenti storici o da luoghi dell’isola, e si
soffermano su valori immortali come la bellezza (che come l’amore e
l’arte è sacra, perché illumina la bellezza delle cose), l’armonia
tra uomo e natura, la gioventù spirituale che sussiste e si
riconquista anche quando quella naturale è svanita. Ed invitano a
saper navigare nel mare della vita, sia quando è calmo, sia quando è
mosso, sia quando è agitato, tenendo sempre ben saldo in mano il
timone, e non allontanandosi mai dalla rotta che si è scelta.
I temi dei
capitoletti sono ripresi nel breve esodo, che ricorda anche quanto
dall’autore fu scritto nella Premessa al primo numero de “Il
Carniere”, la rivista di varia umanità, da lui fondata e diretta,
che uscì nel dicembre del 1969: Un tempo infinito è trascorso prima
che un uomo venga la mondo. Un tempo infinito trascorrerà dopo la
sua morte. La sua parte di vita non è che un punto, ma è un punto
preziosissimo, giacché implica la sua eternità. A. B.
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