Ringraziamento dedicato a Sua Santità Giovanni Paolo II in occasione dell' accettazione del Gran Premio Capri San Michele

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mentre Le esprimiamo la nostra letizia per aver accettato il Gran Premio Capri San Michele, La ringraziamo anche a nome degli abitanti dell’isola e dei capresi d’animo e di elezione, per il suo incessante essere guida della Chiesa e dell’Umanità.
La ringraziamo perché, dal giorno della sua elezione a Sommo Pontefice al finire del XX secolo e del secondo millennio dell’era cristiana, ed anche ora che siamo in un nuovo secolo ed in un nuovo millennio, Ella ha ininterrottamente riproposto a tutti gli uomini, ed in particolare a quelli di buona volontà, il messaggio di colui al quale è Vicario in terra, ricordando che esso è attuale, proprio perché è eterno e immutabile, e ritorna “con tutta la sua espressività nelle varie epoche della storia”(1).
La ringraziamo per aver sempre esortato a no aver paura in un tempo in cui si teme no solo per la propria vita terrena, ma anche per quella della civiltà e della stessa umanità, ed a far proprio un vivere d’amore, che oltrepassi il suo oggetto,(2) e non si lasci prendere dall’infedeltà, dall’invidia, dall’odio, dalla sopraffazione.
La ringraziamo per aver ricordato che “la fede e la ragione sono come due ali con le quali lo spirito umano si innalza verso la contemplazione della verità”(3). E per aver scritto che se si vuole trovare la sorgente, bisogna andar su, “controcorrente, penetrare, cercare, non cedere.”(4)
La ringraziamo per aver ricordato che la pace è sempre opera della giustizia, della carità e dell’amore,(5) e che “l’esperienza insegna a tutta l’umanità che la guerra, oltre a causare molte vittime, crea situazioni di grave ingiustizia che, a loro volta costituiscono una forte tentazione di ricorso alla violenza”(6).
La ringraziamo per aver sostenuto che “l’essere protagonisti, in qualche modo creatori, di una nuova cultura umanistica, è un’esigenza insieme universale e individuale”(7).
La ringraziamo per aver affermato che ci deve essere unità di vita, e non ci debbono invece essere due vite parallele: “da una parte, la vita cosiddetta “spirituale”, con i suoi valori e le sue esigenze e dall’altra, la vita cosiddetta “secolare”, ossia la vita di famiglia, di lavoro, dei rapporti sociali, dell’impegno politico e della cultura”(8). E quindi per avere varie volte ripetuto che una fede che non diventa cultura è una fede “non pienamente accolta, non interamente pensata, non fedelmente vissuta”(9).
La ringraziamo per aver ricordato che, in Italia, “tesori di conoscenza, di intuizioni, di esperienze sono venuti ad accumularsi anche grazie alla fede e si sono poi espressi nella letteratura, nell’arte, nelle iniziative umanitarie, nelle istituzioni giuridiche e in tutto quel tessuto vivo di usi e costumi che forma l’anima vera di un popolo”(10). E per aver aggiunto che “all’Italia, in conformità alla sua storia, è affidato in modo speciale il compito di difendere per tutta l’Europa il patrimonio religioso e culturale innestato a Roma dagli apostoli Pietro e Paolo”(11).
La ringraziamo per aver detto che, “nella creazione artistica, l’uomo si rivela più che mai “immagine di Dio”, e realizza questo compito prima di tutto plasmando la stupenda “materia” della propria umanità, e poi anche esercitando un dominio creativo sull’universo che lo circonda”(12). E che, grazie all’entusiasmo della bellezza, l’umanità potrà affrontare e superare le sfide cruciali, e “dopo ogni smarrimento, potrà ancora rialzarsi e riprendere il suo cammino”(13).
La ringraziamo per aver scritto che la pace mondiale è minacciata “anche dalla mancanza del dovuto rispetto per la natura, dal disordinato sfruttamento delle sue risorse e dal progressivo deterioramento della qualità della vita”, che generano “un senso di precarietà e di insicurezza, che a sua volta favorisce forme di egoismo collettivo, di accaparramento e di prevaricazione”(14). E per aver invitato a comprendere l’armonioso ordine del creato e rispettarlo, sostenendo che “l’umanità è chiamata ad esplorarlo, a scoprirlo con prudente cautela e a farne poi uso salvaguardando la sua integrità”(15).
La ringraziamo per aver esortato, specialmente i giovani, ad assumersi le proprie responsabilità, andando con impegno e generosità verso il largo. Ovvero “incontro all’uomo, mistero insondabile”, e “verso tutti gli uomini, oceano sconfinato”(16), attuando, in tal modo, una rivoluzione culturale e spirituale, che porti il Vangelo in circuiti della vita, e riproponga a tutti con convinzione una “misura alta” della vita cristiana ordinaria(17).
La ringraziamo per aver rivelato che il mondo è ad un bivio: può essere un giardino o un cumulo di rovine(18). E per aver indicato, con quello che abbiamo ricordato, e con tutto quello che abbiamo ascoltato dalla Sua voce, o letto nei Suoi documenti, come si debba agire affinché esso possa essere un giardino. (Raffaele Vacca)

Note
1. Karol Wojtyla, La fede nella Chiesa, Ponte Sesto di Rozzano 1978 p. 45
2. Cfr. Giovanni Paolo II, Strade d’amore, Bergamo 2002 p. 98
3. Giovanni Paolo II, Fides et Ratio
4. Giovanni Paolo II, Trittico Romano, Città del Vaticano 2003, p. 15
5. Giovanni Paolo II, per la pace nel Golfo, Città del Vaticano 1991, p. 107
6. Ibidem, p. 65
7. Christifideles laici, 5
8. Ibidem, 59
9. Ibidem
10. Giovanni Paolo II, Lettera ai vescovi italiani su le responsabilità dei cattolici di fronte alle sfide dell’attuale momento storico, 1994, 1
11. Ibidem, 4
12. Giovanni Paolo II, Lettera agli artisti, 1999. 1
13. Ibidem, 16
14. Giovanni Paolo II, Pace con Dio creatore, Pace con tutto il creato, 1999, 1
15. Ibidem, 6
16. Giovanni Paolo II, Strade d’amore, cit. p. 118
17. Ibidem
18. Giovanni Paolo II, Atto di affidamento alla Madonna , 8 ottobre 2000

 
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